PR WEEK 2025 a Gioia del Colle

L’esercitazione annuale con l’obiettivo di addestrare ed unificare tutte le componenti di una Personnel Recovery Task Force nazionale dell’Aeronautica Militare.

Introduzione.

Lunedì 10 marzo ha avuto inizio, presso la base aerea di Gioia del Colle (BA), l’esercitazione Personnel Recovery Week, un’intensa attività della durata di due settimane, che ha visto coinvolti sia assetti dell’Aeronautica Militare che forze internazionali. L’obiettivo principale dell’esercitazione è stato quello di affinare le competenze operative nel campo del Personnel Recovery (PR), una missione cruciale per il recupero e la protezione del personale in scenari operativi di diversa intensità, sia alta che bassa. Nel corso dell’esercitazione, sono state simulate operazioni di recupero in ambienti ostili, con un focus particolare sul coordinamento tra le varie componenti coinvolte e sull’integrazione con gli assetti di supporto. Il tutto è avvenuto in un contesto altamente realistico, che ha previsto l’impiego di tattiche avanzate e scenari dinamici, pensati per testare la prontezza operativa delle unità. La Personnel Recovery Week ha rappresentato un’opportunità fondamentale di addestramento per il personale dell’Aeronautica Militare, permettendo di consolidare le procedure esistenti e di migliorare la sinergia tra gli equipaggi di volo e le unità di terra, con l’obiettivo di garantire un supporto efficace tanto nelle operazioni nazionali quanto in quelle internazionali. L’esercitazione sì è conclusa venerdì 21 marzo 2025.

Una nuova generazione di esercitazione.

La PR WEEK 2025 rappresenta un’evoluzione significativa rispetto alle precedenti edizioni. La decisione di organizzare l’evento in modo così articolato e moderno nasce dalla volontà della 1ª Brigata Aerea Operazioni Speciali di elevare il livello qualitativo dell’addestramento dedicato al Personnel Recovery. Un modello che riprende esperienze pregresse ma che si distingue per realismo, complessità e ampiezza di forze coinvolte. Anche se in passato si sono tenute esercitazioni PR, mai con un livello di coordinamento così alto tra volo, forze speciali, supporto aereo e unità di pianificazione. Il 36° Stormo Caccia, in qualità di Reparto ospitante, ha garantito un’organizzazione impeccabile, mettendo a disposizione strutture, mezzi e aree di esercitazione. È ancora in fase di valutazione se l’edizione 2026 si svolgerà nuovamente a Gioia del Colle o in un’altra base, per variare lo scenario operativo.

Perché si è scelto Gioia del Colle come sede dell’esercitazione?

L’aeroporto di Gioia del Colle è stato scelto come sede dell’esercitazione per il notevole supporto che può fornire in termini di uomini, spazi e aree di lavoro, per la presenza di piloti qualificati ed esperti, per gli spazi idonei alla ricezione di diversi assetti di volo nazionali e internazionali, nonché per la possibilità di volare in varie zone geografiche, tra le quali l’area lucano – calabra, estesa e geograficamente variegata. Tale area permette di massimizzare il ritorno addestrativo per tutti gli assetti e gli equipaggi coinvolti.

Il Direttore delle Operazioni

A dirigere le operazioni è stato un Ufficiale dell’Aeronautica Militare con esperienza diretta nel Personnel Recovery: un ex pilota del 21° Gruppo Volo di Grazzanise, attualmente in servizio presso la 1ª Brigata Aerea Operazioni Speciali. La sua conoscenza delle dinamiche tra volo, forze speciali e comando tattico ha permesso di costruire scenari coerenti e realistici, garantendo il massimo valore addestrativo.

Scenari addestrativi: un crescendo dinamico

Nel corso delle due settimane, sono stati organizzati numerosi scenari, via via più complessi. Si è partiti con missioni “deliberate”, ovvero pianificate in anticipo per il recupero di personale addestrato (CSAR), per poi passare a operazioni di Combat Recovery, dedicate al recupero di personale isolato non addestrato. Infine, gli assetti sono stati coinvolti in missioni immediate (IM), durante le quali, già in volo, venivano “ri-taskati” in tempo reale per condurre operazioni di recupero in risposta a minacce improvvise.

Pianificazione e conduzione delle missioni

Il cuore operativo dell’esercitazione è stato la sala di pianificazione presso la “Cittadella” del 36° Stormo Caccia, dove ogni giorno si avviava la sequenza operativa con il rilascio della missione alle ore 08:00. Seguiva una fase di pianificazione intensiva fino alle 12:00, durante la quale ogni team definiva rotte, profili di volo, regole d’ingaggio e punti critici. Il decollo degli assetti era previsto per le ore 14:00, con atterraggio intorno alle 16:30. Il debriefing post-missione, fondamentale per consolidare le lezioni apprese, si svolgeva fino alle 19:00, e coinvolgeva piloti, STOS, pianificatori e comando e controllo. Durante i debriefing, ogni fase della missione veniva analizzata, valutando errori, margini di miglioramento e successi operativi. Questo ciclo continuo ha permesso un miglioramento costante, giorno dopo giorno.

Cooperazione internazionale: l’impiego dei Puma romeni.

Uno degli elementi di maggiore rilievo della PR WEEK 2025 è stata la partecipazione della Forțele Aeriene Române (Aeronautica Militare rumena), che ha schierato elicotteri SA 330 Puma e relativi equipaggi. La squadriglia coinvolta proviene dalla base aerea di Câmpia Turzii, sede del 713° Escadron, regolarmente impiegato in missioni NATO e attività di cooperazione internazionale. L’impiego di assetti stranieri all’interno di esercitazioni italiane risponde a una precisa esigenza operativa: sviluppare e rafforzare l’interoperabilità tra le forze aeree dell’Alleanza Atlantica. Pianificare e condurre missioni congiunte con altre nazioni non solo eleva il livello addestrativo del personale, ma prepara gli equipaggi a operare realmente insieme in contesti multinazionali complessi. Il contributo dei Puma romeni ha offerto un valore aggiunto concreto in termini di capacità di scorta e coordinamento con gli assetti italiani, permettendo di testare anche la compatibilità dei sistemi e delle procedure in scenari realistici.

Struttura di una missione PR

Una missione di Personnel Recovery non segue un ordine gerarchico di “importanza”, ma si articola attorno a un centro nevralgico: l’ISOP (Isolated Personnel), ovvero il personale disperso da recuperare. Attorno all’ISOP si sviluppa una struttura “a cerchi concentrici”, che comprende:

•          Extraction Forces: le squadre STOS che si infiltrano per localizzare, stabilire contatto e proteggere l’ISOP.

•          Rescue Vehicles (RV): gli elicotteri HH-101 incaricati del recupero fisico.

•          Scorta elicotteristica: i Puma rumeni, a protezione ravvicinata del RV.

•          Scorta aerea: gli Eurofighter italiani, pronti a neutralizzare minacce aeree o terrestri.

•          C2 e ISR: il velivolo CAEW (E-550A) per comando e controllo, e il P-72A per sorveglianza e raccolta informazioni in tempo reale.

Questa architettura consente una risposta flessibile e coordinata anche in scenari ad alta intensità, con livelli crescenti di supporto e protezione.

Da chi dipende il gruppo STOS? Chi sono e dove sono dislocati ora? Qual è la loro preparazione per queste operazioni speciali?

Gli operatori STOS (Supporto Tattico alle Operazioni Speciali) dell’Aeronautica Militare dipendono direttamente dal Comando interforze per le Operazioni delle Forze Speciali (COFS). Questo comando è responsabile della pianificazione, coordinazione ed esecuzione delle operazioni speciali dell’Aeronautica Militare, che includono sia attività di supporto tattico che operazioni ad alta specializzazione in ambienti complessi. Il COFS coordina anche le risorse e le unità specializzate, come gli STOS, per garantire il supporto adeguato alle Forze Speciali italiane e alle operazioni congiunte con le forze alleate in contesto NATO. In particolare, gli STOS operano in stretta collaborazione con altre unità di forze speciali, sia dell’Aeronautica Militare che di altre Forze Armate, come l’Esercito e la Marina Militare, nonché con forze alleate NATO in operazioni e contesti ad alta intensità. Le principali mansioni degli operatori STOS includono: ricognizione e acquisizione di obiettivi aeronautici: gli STOS sono addestrati a individuare e raccogliere informazioni su obiettivi militari, come basi aeree, infrastrutture e veicoli, spesso in ambienti ostili;

  • individuazione di strisce d’atterraggio improvvisate e aree di aviolancio: possono essere chiamati a identificare e verificare la sicurezza di aree per l’atterraggio di velivoli e per operazioni di aviolancio, operando anche in territori non preparati o in condizioni difficili;
  • supporto alle Forze Speciali: gli STOS agiscono a stretto contatto con le Forze Speciali, fornendo supporto in operazioni complesse, come il recupero di personale, l’assalto a obiettivi sensibili e altre missioni di alto rischio;
  • compiti di guida per elicotteri e velivoli: possono operare come punti di riferimento per gli equipaggi aerei, contribuendo alla navigazione e al coordinamento delle missioni aeree in scenari operativi;
  • attività di addestramento e supporto tattico: oltre alla parte operativa, gli STOS sono coinvolti anche in attività di addestramento per prepararsi a operazioni in ambienti estremi o ad alta intensità.

Callsign e identità operativa

Durante l’esercitazione, ogni assetto ha utilizzato un callsign operativo, elemento fondamentale sia per il coordinamento radio che per l’identità tattica. Ecco alcuni dei nomi in codice più utilizzati:

•          Rambo: Eurofighter F-2000;

•          Tiger: HH-101 Caesar;

•          Puma: SA 330 Puma romeno;

•          Legion: E-550A CAEW;

•          Elmo: STOS e forze speciali rumene;

•          Scudo: C2 – Comando e Controllo;

•          Altri: callsign variabili per l’ISOP.

Le lavagne della mission room riportavano graficamente tutte le informazioni operative, dai callsign alle rotte, dai profili di volo alle minacce previste. Questi strumenti visivi sono stati essenziali per assicurare la chiarezza nei briefing e l’efficacia durante le sortite.

Il 21° Gruppo Volo: competenza, versatilità, prontezza

Il 21° Gruppo Volo è il reparto dell’Aeronautica Militare specializzato nel Personnel Recovery e nelle Operazioni Aeree Speciali. Gli equipaggi sono tutti EVOS (Equipaggi di Volo Operazioni Speciali) e svolgono un percorso addestrativo avanzato che include:

•          Formazione presso il 17° Stormo Incursori;

•          Utilizzo del barbettone (Fast Rope);

•          Addestramento a manovre evasive, jamming e contromisure;

•          Impiego di mitragliatrici laterali e capacità di auto-protezione.

Queste competenze fanno del 21° Gruppo un assetto d’élite all’interno della Forza Armata, capace di operare in piena autonomia e di integrare forze speciali, intelligence e comando tattico in uno stesso pacchetto operativo.

Quali sono gli obiettivi finali raggiunti con questa esercitazione? Soddisfatti dei risultati ottenuti? Ci sono cose che si possono migliorare?

Il ritorno addestrativo per tutti i partecipanti è stato notevole ed ampliamente riconosciuto. È stato possibile raggiungere un livello di pianificazione ed integrazione alto a livello nazionale ed internazionale. Al fine di mantenere tale livello è importante continuare ad esercitarsi su tale tipologia di missione continuando a perfezionare tattiche e procedure.

Descrizione missione tipo: esfiltrazione individuo da zona ostile.

La missione a cui ha assistito Libera prevedeva il recupero simultaneo di un ambasciatore e dei suoi familiari, localizzati in due aree differenti e non co-locate. Per questo motivo, gli equipaggi hanno pianificato un’operazione coordinata che prevedeva l’inserzione congiunta dei due elicotteri e delle rispettive scorte fino all’ultimo punto sicuro, da cui poi si sarebbero separati per effettuare l’esfiltrazione delle tre persone in contemporanea. Tuttavia, a missione in corso, uno dei due elicotteri ha subito un’avaria. Nonostante l’imprevisto, l’operazione è proseguita senza esitazioni, grazie a una pianificazione accurata che aveva previsto questa eventualità nel contingency plan. L’elicottero rimasto operativo ha quindi adattato il profilo di missione e portato a termine entrambe le esfiltrazioni in due momenti separati, dimostrando flessibilità, prontezza e aderenza alla dottrina.

Durante il rientro, è stata effettuata una sosta presso un FARP (Forward Arming and Refueling Point) per il rifornimento di carburante. Sebbene non fosse strettamente necessario per completare in sicurezza il volo di rientro, questa tappa è stata deliberatamente inserita per garantire un ritorno addestrativo maggiore, sia per l’equipaggio in volo che per il personale di terra. La capacità FARP rappresenta infatti un elemento strategico in scenari reali, e va esercitata con regolarità. Nel frattempo, mentre l’elicottero completava la missione, la scorta composta dai caccia Eurofighter, dal velivolo ISR P-72A e dal sistema di comando e controllo E-550 CAEW restava attivamente coinvolta nello scenario. Questi assetti hanno mantenuto il contatto con la catena C2, segnalando in tempo reale ogni minaccia e ricevendo l’autorizzazione a procedere secondo i piani alternativi. Un’operazione riuscita, in cui ogni elemento ha funzionato come previsto, trasformando un potenziale fallimento in una dimostrazione concreta dell’efficacia dell’addestramento.

Conclusione e ringraziamenti.

Dopo una giornata intensa trascorsa fianco a fianco con diverse componenti del personale militare, dai piloti di jet ed elicotteri, ai reparti speciali d’assalto, fino ai tecnici, meteorologi e a tutto il personale che ha contribuito alla perfetta riuscita di questa esercitazione, desidero esprimere la mia più sincera gratitudine. Un ringraziamento particolare va al PAO del 36° Stormo, Ten. Fulvio M., e al PAO del 9° Stormo di Grazzanise, Cap. Pil. Francesco F., così come al Comandante del 36° Stormo Caccia, Col. Pil. Antonio Massara, e al Comandante del 9° Stormo, Col. Pil. Salvatore Florio, per avermi consentito di operare al meglio e documentare un’attività di altissimo valore per la nostra Aeronautica Militare. Durante la missione, durata ben tre ore e mezza, mi sono sentito parte integrante dell’equipaggio e ho potuto constatare in prima persona il livello di dedizione, professionalità e sacrificio che questi uomini e donne mettono al servizio del Paese, sia in contesti operativi internazionali, sia in interventi sul territorio nazionale, dalle emergenze naturali alla difesa aerea. Concludo ringraziando l’Ufficio Stampa del 5° Reparto dello Stato Maggiore Aeronautica per l’opportunità, sempre preziosa, di affiancare e raccontare l’impegno quotidiano della nostra Arma Azzurra, arricchendo al contempo la mia esperienza professionale.

Testo & foto di Alessio L. a cura di www.AB-AviationReporter.com

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